Cara Dada,
sono la mamma di un bimbo di tre anni. In questo periodo io e il mio compagno siamo un po’ in crisi, siamo stanchi e litighiamo spesso anche davanti al bimbo, non vorremmo farlo e ci sentiamo malissimo dopo, ma non riusciamo sempre a contenere gli scatti di rabbia. Hai qualche consiglio da darci? Facciamo davvero così male al nostro bimbo?
I litigi, le tensioni, gli scatti di rabbia, possono presentarsi anche nelle famiglie più affiatate e più tranquille del mondo. Come ben sappiamo, la classica famiglia del Mulino Bianco non esiste nella realtà, e qualche volta può capitare di discutere, complici una giornata pesante, qualche preoccupazione, un periodo no… Insomma, capita a tutti!
Quello che può destare particolare preoccupazione è qualora questi episodi si “accendano” proprio davanti ai bimbi. In effetti, la soluzione migliore sarebbe proprio quella di evitare di litigare davanti a loro, cercando piuttosto di spostare la discussione lontano dalle orecchie dei bimbi: in camera da letto, in bagno, dunque in un luogo dove siano presenti solo mamma e papà. Questo perché i bambini, anche se molto piccoli, sono particolarmente sensibili al non verbale, quindi avvertono la tensione tra mamma e papà anche se non comprendono appieno le parole che si dicono, e potrebbero manifestare in seguito a loro volta disagio, per esempio attraverso il pianto (ne parliamo anche nell’articolo dedicato al non verbale “sos: pianti inconsolabili e mamme affaticate” https://nunubabyparking.wordpress.com/2017/03/07/sos-pianti-inconsolabili-e-mamme-affaticate/ ). Potrebbero inoltre crearsi delle teorie, delle fantasie sulle cause del litigio: potrebbero pensare di essere loro stessi il motivo della discussione (non dimentichiamo che i bimbi nell’età prescolare hanno un pensiero egocentrico), o che mamma e papà non si vogliano più bene. Inoltre, se i litigi sono frequenti possono influenzare lo stile comunicativo del bambino, che può apprendere una modalità aggressiva nel relazionarsi con gli altri.
L’ideale dunque sarebbe evitare di litigare davanti ai bambini, o perlomeno di non farlo troppo spesso. Ma come dicevo prima, può capitare il contrario! Dunque che fare? Non disperate cari genitori: l’importante è saper rimediare.
“ABBIAMO LITIGATO DAVANTI AL BIMBO, COME RIMEDIAMO?”
- Il fatto di porvi il dubbio se il vostro comportamento può fare del male al bambino è già un buon punto di partenza: state riconoscendo che forse avete fatto un errore, non state ignorando il problema. E forse è proprio da qui che potete partire per rimediare: spiegate al bambino che mamma e papà hanno sbagliato, che anche i grandi fanno degli errori, e qualche volta capita anche a loro di bisticciare. Il litigio è un evento che capita a tutti. Potete spiegargli che è successo perché eravate un po’ stanchi e vi siete un po’ arrabbiati, fategli capire che il motivo del litigio non è il bambino e che, anche se capita che litighiate, vi volete sempre tanto bene!
- Non ignorate dunque l’accaduto, pensando magari che il bambino sia piccolo e non capisca, o che siano cose che riguardano i grandi. I bambini avvertono la tensione, capiscono che c’è qualcosa che non va, e il “non detto” può creare molta confusione nella testa del bimbo, che si potrebbe creare le fantasie errate sulla natura del litigio di cui parlavamo prima.
- Una cosa utile in questi casi può essere poi fare la pace apertamente davanti al bambino. Lo aiuterà a capire che il litigio è risolto, e potrete fungere da modello per quando anche lui litiga con i suoi piccoli amici: dopo una discussione è importante fare la pace e tornare come prima!
Con queste accortezze il bambino può capire che il litigio (do per scontato che parliamo di discussioni e non di manifestazioni più violente) può capitare a tutti, sia ai grandi che ai più piccoli, ma che non è motivo di rottura dei rapporti e che l’importante è poi chiarire e riappacificarsi.
Valentina Pajola, psicologa e dada
Ciao Valentina. Sono d’accordo con ciò che scrivi però mi permetto di dire ciò che penso io. Abbiamo una bambina di 7 anni che é cresiuta e sta crescendo in una famiglia che si ama e si rispetta, ma come hai scritto anche te, non siamo una famiglia da mulino bianco.
Il litigare, piangere, essere tristi, insomma tutte quelle emozioni negative che fanno parte di noi le abbiamo sempre vissute con l’intera partecipazione di tutti i componenti della famiglia, compreso la piccola. Non ci siamo mai rinchiusi in una stanza per discutere ma lo abbiamo sempre fatto davanti a lei perché credo che sia giusto farle capire che la vita, le relazioni e le persone sono costituite anche da queste emozioni.
Alla fine noi adulti come cerchiamo di gestire la rabbia dei bambini? Accogliendola e contenendola facendo capire al bambino che è un’emozione intrinseca a ognuno di noi e che ogni tanto può uscire fuori.
Credo che la cosa fondamentale non é il litigare o non litigare, ma come lo si fa. Le urla, parole offensive e pesanti dovrebbero essere evitate a prescindere se c’è un bambino o no quindi io sono per rendere partecipe di tutto ciò che accade all’interno della famiglia ricordando sempre che il rispetto é la base dell’amore.
Ciao Daniela, innanzitutto ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza.
Sono lieta che ci sia un piccolo riscontro pratico di ciò che ho scritto: accogliere le emozioni, anche quelle brutte, condividerle col bambino fungendo da contenitore, diventa un’importante fonte di crescita e maturazione per il bambino.
Credo che sia necessario e fondamentale avere gli strumenti per riuscire a fare questa operazione, e da come leggo a te e alla tua famiglia non mancano.
Quando suggerisco di evitare i litigi di fronte ai bambini non intendo dire di negare loro il contatto con emozioni spiacevoli, quali la rabbia, ma di proteggerli piuttosto quando queste liti sono frequenti e all’ordine del giorno.
Se le discussioni sono sporadiche e avvengono davanti al bambino, credo sia giusto spiegargli cosa sta succedendo, come ho scritto nell’articolo e come ci descrivi tu raccontandoci la tua esperienza. Prendo in prestito le tue parole dicendo che la cosa fondamentale non è il litigare ma come lo si fa e, aggiungo io, come viene gestita la situazione. Ma non sempre si sa come fare.
Il messaggio che vorrei passasse è che con la giusta sensibilità e responsività possiamo aiutare il bambino a crescere anche in situazioni più delicate e difficili.
Grazie per il tuo interessante commento!
Valentina