Cara dada,
la questione che ti porto riguarda il rapporto tra i bambini e la tecnologia: mi sto impegnando a limitare l’uso della televisione con i miei due bimbi, cercando di valorizzare altre attività, ma non sempre ci riesco e spesso cedo alla tentazione della tv come “baby sitter”. Può essere in qualche modo dannoso tutto ciò?
La questione “tecnologia” non è mai stata tanto attuale e tanto discussa come oggi. La nostra routine quotidiana è immersa e sommersa dalla tecnologia: dalla tv al cellulare, dal pc al tablet. Dobbiamo ammettere che per noi adulti tutto ciò sta diventando spesso una dipendenza, e per i più piccoli? Credo non possiamo ignorare il fatto che la tecnologia faccia parte delle nostre vite e della nostra quotidianità, dunque sarebbe impresa difficile cercare di eliminare questa componente dalla vita dei più piccoli. Come ogni cosa, penso che la risposta giusta si trovi nel mezzo. Forse dirò una banalità, ma se proprio non possiamo farne a meno, allora cerchiamo di utilizzare gli strumenti che la tecnologia ci offre in maniera ponderata e intelligente, trovando una modalità che sia costruttiva e non dannosa.
In che modo?
Non mi soffermo sugli eventuali danni che gli apparecchi tecnologici potrebbero sortire sui bimbi non essendo un argomento di mia competenza e non essendone particolarmente informata; penso piuttosto a ciò che la tv impedisce di fare ai bambini, per esempio parlare, o riconoscere e rispecchiare le emozioni che vengono trasmesse e che sono suscitate dai protagonisti dello schermo. La comunicazione infatti è un processo circolare, in cui ad ogni azione segue una risposta, la quale risposta è seguita a sua volta da una nuova reazione. E con la tv? Questo processo si blocca, è monodirezionale. Se il bimbo è divertito o rattristato dalle immagini che vede in tv, non ha quel rispecchiamento e quella condivisione dell’emozione che la comunicazione a due gli permette di avere: non c’è il rimando “sei triste?” oppure “questa cosa ti ha proprio divertito!”, che gli da modo di riconoscere e dare un nome all’emozione che sta provando. Allo stesso tempo non c’è una risposta adeguata all’emozione manifestata: ad esempio quando vediamo il bimbo rattristato, spesso gli chiediamo cosa è successo, cerchiamo di accoglierlo, di dargli delle spiegazioni magari cercando di modulare l’emozione stessa. Questa operazione ovviamente non può essere effettuata da uno schermo.
Infine può accadere che alcuni contenuti che vengono trasmessi creino delle domande e dei dubbi nei bimbi, che la televisione per ovvi motivi non può dissipare.
Come guardare la tv in modo costruttivo e non… “distruttivo”?
- Consiglierei di accompagnare i bimbi durante la visione della tv: in questo modo possiamo prevenire le conseguenze negative descritte sopra. Utilizziamo questo “tempo tecnologico” in maniera attiva e interattiva, senza farci trasportare dalle immagini passivamente: via libera dunque ai commenti, alle domande “come si chiama quell’animaletto? Che verso fa?”. Facciamo la stessa cosa con le emozioni, giocando magari a indovinare cosa prova il protagonista delle storie che vediamo insieme: “sembra molto spaventato!”, “guarda come ride: sembra felice!”, trasformando questa attività in un importante esercizio utile nel riconoscere le emozioni.
- Limitiamo l’uso della tv come baby sitter lasciando i bimbi soli con la tecnologia. Sicuramente in alcuni momenti, nei quali i bimbi non si lasciano distrarre da nessuna attività proposta, la tv ci salva vita, possiamo quindi scegliere di fargli vedere programmi o cartoni animati dei quali già conosciamo i contenuti. La scelta dei programmi è infatti importante se pensiamo al fatto che i bambini imparano molto osservando e imitando poi i comportamenti che vedono nella vita reale, ma anche in quella “virtuale”.
- Concordiamo un tempo massimo in cui si può guardare la tv ogni giorno, decidendo insieme in quali momenti della giornata la si può accendere: consiglierei di non superare l’ora giornaliera, per evitare di creare quella dipendenza che potrebbe portare i bambini a preferire la tv piuttosto che un gioco manuale o un giro al parco.
- Proviamo poi a spegnere la televisione quando siamo a tavola, utilizzando questo momento per parlare e raccontarci la giornata.
- Infine, presentare un nuovo gioco o una semplice attività (ad esempio piccoli travasi o impasti) con particolare entusiasmo, spesso è sufficiente a distrarre il bambino e a spegnere la tv… senza troppi drammi!
Valentina Pajola, psicologa e dada
[…] alla tv (per chi è incuriosito, ne parliamo in maniera più approfondita nell’articolo “Bimbi analogici in un mondo tecnologico!” […]